venerdì 29 dicembre 2017

Sintesi conclusiva del blog

Questo blog è incentrato sul vino artificiale, quale artefatto che emula la funzione svolta da quell'elemento naturale che è il vino.

Il viaggio si dipana attraverso tre vie parallele; in primo luogo si esaminano gli eventi del 1986, quando la sofisticazione del vino con aggiunta di metanolo al posto dello zucchero per contenere i costi ha condotto alla morte di 23 persone in Piemonte,Lombardia e Liguria e alla chiusura delle cantine incriminate.
Successivamente è venuta in considerazione la tematica dei "Kit wine", ora molto attuali, venduti con l'intento di permettere ai clienti di creare homemade vini che replicano grandi etichette senza l'utilizzo di uva. Tale vino non costituisce un pericolo per la salute dei consumatori, ma è stato oggetto di accese discussioni in quanto in taluni casi è stato utilizzato a scopo di truffa, tant'è che nel 2013 ne è stata bandita la vendita in Inghilterra.
Infine si giunge allo studio del vino sintetico, una nuova frontiera nata da pochi mesi in America ed attualmente sviluppata dai ricercatori di Ava Winery grazie ad una startup. L'obbiettivo è riprodurre le caratteristiche dei vini più pregiati copiandone la struttura chimica e sviluppandoli in laboratorio per poterli vendere a prezzi contenuti per una maggiore distribuzione.

Contrariamente a quanto si potrebbe supporre il tema del vino artificiale è stato affrontato anche in epoche a noi lontane, infatti già nel 1856 il professore di chimica Egidio Pollacci nei suoi Annali di chimica applicata laddove, occupandosi di enologia, redigeva la ricetta per creare il vino senza utilizzare l'uva configurandosi a pieno titolo quale precursore degli odierni kit wine.
Più recentemente, nel 2016, la cinematografia ha dedicato il documentario "Sour Grapes", incentrato sulla figura di Rudy Kurniawan, un ricco collezionista di vini indonesiano, noto come il più grande falsario di vini della storia: grazie alla sua profonda conoscenza del vino è riuscito a combinare sapientemente vini economici per venderli come pregiati.
Il tema continua a riscuotere grande interesse come si evince dalle puntate del programma di denuncia Striscia la Notizia, dedicate ai kit wine che imitano le etichette italiane più famose.

L'approfondimento del percorso continua con lo studio delle caratteristiche del vino artificiale: i "numeri" per le percentuali di metanolo nel vino, le "specifiche nella produzione" con gli elementi che sono necessari per il vino sintetico, i "grafici" delle percentuali di elementi nei kit wine, le "specifiche" intese come legislatura da seguire e quindi anche l'etichettatura.

Nell'ultima fase del lavoro l'attenzione si rivolge alle aziende produttrici e distributrici di vino artificiale con i relativi loghibrevetti e tecnologie produttive con un occhio di interesse per la crescente schiera dei consumatori sempre più rivolta alla qualità del vino ma con limitate risorse per accostarsi alle grandi etichette.

A conclusione di questo viaggio interdisciplinare si collocano l'abbecedario e le metafore che sin dalla notte dei tempi popolano il mondo del vino perché come evidenziato da Feynman "Se osserviamo un bicchiere di vino abbastanza attentamente vediamo l'intero universo. Ci sono le cose della fisica: il liquido turbolento e in evaporazione in funzione del vento e del tempo, il riflesso sul vetro del bicchiere, e la nostra immaginazione aggiunge gli atomi."

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